Una luce nell’oscurità dello spazio

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Nell’Ottobre del 2011 ho avuto il privilegio e l’onore di incontrare il Maggiore Paolo Nespoli, famoso astronauta Italiano, proprio qualche mese dopo essere rientrato dalla sua seconda missione sulla Stazione Spaziale Internazionale denominata Expedition 27.

In quell’occasione ho avuto modo di visionare delle bellissime immagini della Terra scattate durante la missione, ed un brivido di emozione mi ha colpito quando, tra le varie proiezioni, ho intravisto la forma del nostro Stivale.

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“È bellissima l’Italia da lassù”, ho pensato tra me e me a primo impatto.

Guardando bene la foto  mi sono reso conto di come le luci possano svelare delle informazioni importanti sul Paese, come ad esempio le differenze tra le zone più ricche e più povere, le differenze tra Nord e Sud e tra le città più densamente popolate e le zone rurali.

Poi invece, guardando ancora meglio, mi sono reso conto che passato il confine, sia verso Nord che verso Est, non si vedono più luci.

Quella sensazione di patriottismo che pochi secondi prima si era timidamente intravista è sparita di colpo quando mi sono reso conto di quanta energia elettrica sprechiamo in più rispetto ai nostri vicini di casa.

Ma perchè dallo spazio l’Italia è più illuminata delle altre nazioni europee?

Sicuramente una questione di illuminazione sovradimensionata rispetto alle reali esigenze, un po’ frutto della bassa politica locale che installa i lampioni davanti le case della gente come ringraziamento dopo le elezioni.

Non è  solo un sovradimensionamento, però, ma anche un problema strutturale di portata ben maggiore. Tutte quelle luci, infatti, sono anche il segnale evidente che i nostri lampioni stanno illuminando il cielo invece che la terra!

E se per alcuni nostalgici queste luci sono pittoresche e romantiche, per gli scienziati invece rappresentano quello che in gergo tecnico si chiama inquinamento luminoso, ovvero il fenomento causato dall’irradiazione incontrollata di luci intense verso la volta celeste.

L’inquinamento luminoso provoca danni sia di natura ambientale che culturale, ma anche economica.

L’eccessiva illuminazione artificiale crea difficoltà di orientamento in molti animali e l’alterazione dell’orologio biologico (ritmo circadiano) nell’uomo, negli animali e nelle piante.

Per effetto di un’illuminazione selvaggia, inoltre,  le stelle diventano diventano spesso invisibili nei cieli delle nostre città. E non dimentichiamo che è proprio grazie quelle stelle che l’uomo ha fatto le sue più grandi conquiste. Dalla trigonometria all’orientamento, dalla scoperta dell’America alla rivoluzione copernicana. Il cielo e le stelle da sempre sono stati al centro delle grandi riflessioni esistenziali dell’uomo, religiose, filosofiche, matematiche, fisiche ed astronomiche.

E sembrerebbe paradossale adesso affermarlo, ma una lampadina ci illumina un gradino, ma ci oscura il cammino.

Se riuscissimo a controllare in maniera intelligente la direzionalità dei fasci di luce, evitando che l’energia elettrica convertita in luminosa venga dissipata in direzioni inutili,  potremmo risparmiare anche il 50% dell’energia elettrica a parità di risultato.

Il passaggio ai LED è necessario al più presto possibile, sia per risparmiare energia, sia per controllare la direzionalità dei fasci luminosi.

Proprio due settimane fa si è festeggiato il decimo anniversario dell’iniziativa M’ILLUMINO DI MENO, una giornata dell’anno in cui vengono spenti i riflettori sui più importanti monumenti allo scopo di sensibilizzare il pubblico al risparmio energetico.

Ben vengano queste iniziative, ma nel nostro piccolo spegniamo le luci superflue quando possiamo. Ci guadagneremo sia economicamente che in termini di visibilità, perchè il nostro sguardo potrà andare oltre e riscoprire quelle cose meravigliose che hanno ispirato i nostri antenati.

PENSIAMO GLOBALMENTE,
AGIAMO LOCALMENTE!

Autore: Giovanni Gasparri (Linkedin | Facebook)
Data di Pubblicazione  28 Febbraio 2014
Ultima Revisione: 28 Febbraio 2014

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