Una lettera inattesa

 Se Seneca potesse scrivere oggi, 2000 anni dopo, una lettera a Lucilio, di che cosa parlerebbe?

 
Lettera
 
 
Caro Lucilio,
ho ritrovato in un vecchio baule tutte le lettere che eri solito mandarmi e ciò mi ha reso molto felice. Oramai non ricevo più tue notizie da un paio di millenni, e prego che un giorno riceverai questa mia ultima lettera. Ho tanto da raccontarti. In questi ultimi venti secoli ho assistito ad un’incredibile evoluzione dell’umanità. Se vedessi adesso quanti comfort ci sono, tecnologie sbalorditive e mezzi di comunicazione o locomozione, ti verrebbe magari da pensare che finalmente tutti sono felici.
Beh, non è proprio così, purtroppo….
Ai nostri tempi non avevamo nulla ed eravamo ricchissimi. 
In questi secoli, invece, la ricchezza economica ha preso il posto della ricchezza interiore, e non si aspira più a diventare saggi, ma ricchi.
Rileggendo i tuoi manoscritti mi ha colpito la straordinaria attualità dei tuoi pensieri e dei discorsi che facevamo sulla ricchezza: povero non è chi ha poco, ma chi desidera molto.
Sebbene oggi la ricchezza economica sia molto diffusa, allo stesso tempo tutti sono molto poveri perchè si affannano a desiderare sempre di più.
Ho visto con i miei occhi l’umanità costruire aeroplani, telegrafi senza fili e macchine incredibili, eppure, allo stesso tempo, ho visto l’uomo nascosto dietro abiti  sempre diversi che in tutto questo tempo non è invece mai cambiato. Quello del ventunesimo secolo,  è lo stesso uomo dei nostri bei vecchi tempi, con gli stessi misteri ed ideali, con le stesse identiche paure, contraddizioni, virtù e ambizioni.
E come allora crede sempre di dominare il mondo quando invece non è altro che un piccolo natante senza meta in balia dei venti.
Come i gatti domestici non hanno più interesse ad inseguire i topi se hanno comunque un pasto assicurato, così siamo diventati noi oggi, meno combattivi e più remissivi.
Tutti questi comfort ci hanno resi ciechi , invidiosi e soli. Tremendamente soli ed incapaci di guardare con sincerità negli occhi del prossimo.
Tutti sono già poveri e non lo sanno. Tutti sono già poveri e temono già di diventare ancor più poveri.
Ma è prendendo coscienza dei propri desideri che si diventa ricchi e tu lo sai, perchè da sempre è così. Non temere, quindi, che prima o poi anche l’uomo del ventunesimo secolo lo riscoprirà.
Avresti dovuto conoscere lo scorso secolo un filosofo venuto dal nuovo mondo a morire vicino la Via Sacra, che io e te eravamo soliti percorrere ai tempi della gloriosa Roma. Egli diceva:
 
Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo
Se l’uomo è sempre lo stesso, quindi, l’umanità invece tornerà presto come era prima, non mancherà molto.
 
Stammi Bene
Tuo Seneca 
 
Lucio Anneo Seneca
 – – – 

Se Seneca vivesse oggi, sono pronto a mettere la mano sul fuoco che avrebbe davvero affrontato questo tema.

Quello che ognuno di noi può fare è poco, ma ciò nonostante necessario.

Smorziamo i nostri desideri compulsivi di oggetti inutili ed inseguiamo ciò che ci rende felici. Amiamo ed innalziamo le nostre aspirazioni. E quando ci riusciamo insegniamo agli altri a farlo. Così anche se saremo presto tutti più poveri economicamente per via della crisi che per vent’anni almeno cambierà le nostre abitudini, la vita non finirà.

Liberiamoci dalla dannazione del denaro ed iniziamo a vivere felici.

La felicità è l’unica cosa che i soldi non possono comprare.
Non dimentichiamolo.

PENSIAMO GLOBALMENTE,
AGIAMO LOCALMENTE!

Autore: Giovanni Gasparri (Linkedin | Facebook)
Data di Pubblicazione  8 Febbraio 2014
Ultima Revisione: 8 Febbraio 2014

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